Buonasera,
il mio quesito si inserisce nell'ambito di una procedura esecutiva immobiliare su una prima casa di coniugi separati con diritto personale di godimento della casa assegnato in sede di separazione alla moglie ed al figlio oggi maggiorenne, ma ancora studente e non economicamente autosufficiente. Esecutata è la ex moglie, mentre il marito comproprietario dell'immobile è chiamato come fideiussore (ed il suo unico bene è lo stesso immobile oggetto di esecuzione).
L'assegnazione della casa ad opera della sentenza di separazione è stata trascritta prima del pignoramento iniziato dal creditore procedente, ma in data successiva rispetto all'ipoteca iscritta da quello stesso creditore a garanzia di un mutuo fondiario.
Sull'immobile oggetto di esecuzione è stato trascritto - sempre successivamente all'ipoteca del creditore procedente, ma prima del pignoramento - un sequestro di tipo penale a carico di entrambi i coniugi.
Nonostante le molteplici richieste da parte della debitrice di sospensione della procedura esecutiva, in attesa della definizione almeno del primo grado di giudizio del procedimento penale (con possibile mutamento del sequestro preventivo in confisca che, quindi, prevarrebbe comunque sulla procedura esecutiva pendente), il giudice dell'esecuzione ha rigettato ogni istanza in questo senso, disponendo dapprima un periodo di amministrazione giudiziaria e poi rinviando varie volte il procedimento, che ormai pende da diversi anni.
Terminata l'amministrazione e avendo constatato l'amministratore giudiziario incaricato come l'immobile fosse tenuto in ottime condizioni, ma sussistesse ancora un grave impedimento all'appetibilità sul mercato dello stesso, costituito dal sequestro penale e dal relativo procedimento penale ancora in divenire, il giudice ha rigettato nuovamente tutte le istanze di sospensione (o chiusura) della procedura, dando mandato all'amministratore giudiziario di sondare sul mercato l'eventuale interesse ad una locazione dell'immobile, in modo da metterlo a frutto stante la presumibile infruttuosità di una vendita all'asta di un immobile gravato da sequestro.
Ciò implicherebbe l'uscita dall'immobile (prima ed unica casa) della debitrice e del figlio a carico, senza peraltro alcun termine definito, visto che l'immobile potrebbe essere locato per anni prima che la procedura riprendesse il proprio corso verso una eventuale vendita.
E' possibile disporre questo tipo di locazione, evitando così per la procedura l'impaccio di dover procedere a vendita, quasi sicuramente infruttuosa a causa della presenza del sequestro penale? Il debitore, ancora proprietario fino ad un'eventuale vendita all'asta, potrebbe essere allontanato dalla propria abitazione ed in che modo (con un ordine di rilascio opponibile)?
Una procedura esecutiva può continuare a tempo indefinito con rinvii e "stratagemmi", per evitare una probabile vendita infruttuosa (anche se il giudice avrebbe potuto sospendere la procedura molte volte in questi anni e si è sempre rifiutato di farlo) oppure il debitore ha qualche strumento per opporsi ad un'agonia senza fine e per di più con il rischio ora di essere allontanato dal proprio immobile, continuando a corrispondere IMU e tributi come proprietario, ma dovendosi pagare un canone di locazione altrove?
Grazie per il prezioso supporto,
Giuseppina