Sono lieto di fare parte di questo forum e spero che qualcuno sia in grado di darmi qualche ragguaglio.
Ho partecipato ad un asta immobiliare relativa ad una procedura divisionale, in sostanza due persone comproprietarie di un immobile non mettendosi d'accordo sulle sorti di un immobile si sono rivolte al giudice che ne ha disposto la vendita all'incanto.
Lo stato di occupazione dell'immobile come da perizia di stima risulta:"
attualmente l'alloggio in oggetto è occupato da un affittuatario. In data xx.xx.2000 è stato registrato all'Agenzia delle Entrate un contratto di locazione....tale contratto aveva durata a partire dall'xx.xx.2000 fino al xx.xx.2004 e si intende tacitamente rinnovato per i successivi anni quattro.
La misura del canone pattuito ammonatava ad un totale annuo di lire 6 milioni ......Da quanto desunto con l'interrogazione effettuata presso l'Anagrafe Tributaria non risulta che il contratto sia stato prorogato dopo la prima scadenza".
In sostanza dopo la prima scadenza sembra che il locatario sia rimasto nell'alloggio pagando il canone in "nero".
Avevo chiesto ad un paio di legali di mia conoscenza, che mi avevano detto che tale titolo non è opponibile alla procedura e che la liberazione dell'immobile sarebbe stata automatica.
Sicchè ho partecipato e mi sono aggiudicato l'immobile.
Dopo l'aggiudicazione avevo preso contatti con l'IVG che mi ribadivano che il titolo dell'occupante non era opponibile alla procedura e che avevano richiesto per il tramite del professionista delegato l'ordine di liberazione al giudice, come previsto dalle nuove norme avrebbero proceduto alla liberazione dell'immobile senza ufficiali giudiziari e senza spese per me.
In sede di saldo prezzo il professionista delegato mi informava che il giudice non firmerà l'ordine di liberazione perchè trattandosi di una proccedura divisionale non fa parte delle sue prerogative e che spetterà a me far valere le mie ragioni dopo la firma del decreto di trasferimento. Durante tale valutazioni mi rappresentava che non è detto che io abbia titolo ad eseguire a questo punto una sorta di sfratto, perchè sebbene la proroga del contratto non sia stata registrata, si intende comunque tacitamente rinnovata e dovrò aspettare la naturale scadenza, che secondo i miei calcoli dovrebbe avvenire nel 2020 (4+4+4+4...e così via).
Allora quello che non riesco a capire, mentre mi accingo inesorabilmente a rivolgermi ad un legale:
-trattandosi di procedura divisionale è vero che il giudice non può disporre la liberazione dell'immobile?
- nel caso spetti a me far valere le mie ragioni posso provvedere a liberarlo con un legale di mia fiducia? oppure diventerò proprietario di un immobile occupato da un inquilino che secondo un contratto non più formalmente prorogato dal 2000 mi darà 3.000 euro all'anno di affitto? malgrado nel frattempo stante il tempo trascorso ritengo ne paghi molti di più perchè a tale cifra in quella zona non si affita più neanche un monolocale essendo intervenuto il passaggio dalla lire all'euro, ma avendolo sempre pagato in "nero" probabilmente non potrò dimostrarlo e dovrò sottostare a queste condizioni senza poter fare nulla?