Salve vorrei esporre ciò che mi è capitato.
Nel dicembre 2014 a seguito di saldo dell'asta giudiziaria di cui ero aggiudicatario mi viene trasferito un immobile e relativa area cortiliva.
Il custode, qualche giorno dopo il decreto di trasferimento, mi consegna le chiavi e il possesso dell'immobile , tutto a mezzo di appositi verbali redatti in contraddittorio tra me e il custode stesso.
L'immobile e la relativa area cortiliva risultano liberi da persone e cose (materialmente non c'era nulla dell'esecutato se non l'immobile allo stato grezzo e l'area cortiliva libera).
L'area cortiliva ha ascritta una servitù su una parte con velatura gialla verso altri fondi adiacenti non recintati rispetto al mio.
Nell'atto di provenienza del mio immobile, che mi procuro alla conservatoria, si descrivono le servitù attive e passive, è presente la dicitura che si riferisce alla "porzione di area cortiliva con velatura gialla" ed è allegato il foglio di mappa col disegno ed evidenziazione dell'are con velatura gialla soggetta a servitù.
Tutta la proprietà ha origine da un frazionamento di un bene indiviso fino al 2005, successivamente frazionato da parte del proprietario del bene, il nonno, che poi cedeva parte dello stesso al nipote, l'esecutato.
A marzo 2015 presento in Comune la SCIA regolarmente accettata e avvio i lavori per mutare la proprietà dallo stato grezzo all'abitabile e altresì costruire il muro sul fondo di mia proprietà esclusiva (recinto l'immobile creando una recinzione sull'area non velata di giallo, lasciando quest'ultima esercibile come da servitù).
La costruzione del muro avviene a partire da Novembre 2015 e impedisce a terzi l'accesso al fondo di mia proprietà esclusiva.
Il padre dell'esecutato, che abita in porzione di abitazione adiacente e accostata alla mia (ma non è proprietario di nulla in quanto è il nonno proprietario di questa porzione non esecutata), nel giugno 2015 intenta contro di me una causa possessoria, adducendo che la costruzione del muro gli impedisce il corretto esercizio delle servitù, in particolare adduce diritto di passaggio anche sulla porzione di area cortiliva priva di velatura gialla nell’atto di provenienza, ritenendo di avere diritto in forza di una dizione che lui ritiene non esplicita nello scritto dell’atto stesso.
Viene istituita causa possessoria e il giudice nomina il CTU il quale conferma che le servitù sono esercitabili nello stato di diritto dell’atto di provenienza e segue ordinanza con cui il giudice respinge la richiesta di rimozione della recinzione.
continua…