Buongiorno, ho pagato a metà aprile il saldo prezzo di un immobile che mi sono aggiudicato ad un'asta immobiliare.
Buongiorno, ho pagato a metà aprile il saldo prezzo di un immobile che mi sono aggiudicato ad un'asta immobiliare.
L'immobile è occupato senza titolo dal debitore esecutato. L'ordine di liberazione è stato emesso dal Giudice da oltre un anno. Al telefono e nei colloqui faccia a faccia, Il custode/delegato si è dimostrato sin da subito molto arrogante e pressapochista nei miei confronti, facendomi presente in maniera molto chiara che avrei dovuto elargire una ricompensa all'esecutato per liberare l'immobile e che lui come custode aveva le mani piuttosto legate in quanto vi era la presenza di minori. E' invece estremamente meno spavaldo, più abbottonato e diplomatico quando colloquiamo in forma scritta. Ho acquisito una po' di esperienza negli ultimi mesi con le aste immobiliari e pertanto a un certo punto ho richiamato il custode al suo ruolo di pubblico ufficiale e gli ho chiesto di effettuare ciò che il Giudice gli aveva già ordinato: attuare l'ordine di liberazione. a questo punto ho avuto i primi riscontri, in quanto è stata fissata a breve la data per la liberazione forzosa. Mi sono sempre rifiutato di prendere contatti con l'esecutato, malgrado il Custode mi avesse sollecitato a farlo, proprio perchè non mi fidavo minimamente del custode e della sua differenza di comportamento tra scritto e orale. A breve è prevista la liberazione forzata dell'immobile. il custode mi ha chiesto di concedere una proroga sulla fiducia all'esecutato dicendo che senza dubbio questi avrebbe lasciato libero l'immobile. Il problema è che la scadenza prevista per la liberazione, qualora fornissi la proroga al debitore, coinciderebbe come data con la chiusura per ferie del Tribunale e dello studio del custode. Pertanto se non dovesse essere rispettata tale data (e sono certo che accadrà questo), dovrei aspettare settembre e anche molto di più per liberare l'immobile coattivamente. la cosa mi puzza tantissimo, anzi di più, so che è una trappola per far slittare tutto. Vi chiederei cortesemente un consiglio pratico, in ogni caso per me non sarebbe un danno enorme avere la casa tra qualche mese anzichè subito.
Dallla narrazione della vicenda ricaviamo il convincimento per cui forse è inopportuno concedere proroghe.
Il suggerimento che ci sentiamo di offrire pertanto è quello di scrivere formalmente al custode una nota nella quale, premettendo:
che con l’adozione del decreto di trasferimento l’aggiudicatario diventa proprietario del bene (Cass. 16 aprile 2003, n. 6272);
che “Nella vendita forzata, pur non essendo ravvisabile un incontro di consensi, tra l'offerente ed il giudice, produttivo dell'effetto transattivo, essendo l'atto di autonomia privata incompatibile con l'esercizio della funzione giurisdizionale, l'offerta di acquisto del partecipante alla gara costituisce il presupposto negoziale dell'atto giurisdizionale di vendita; con la conseguente applicabilità delle norme del contratto di vendita non incompatibili con la natura dell'espropriazione forzata, quale l'art. 1477 cod.civ. concernente l'obbligo di consegna della cosa da parte del venditore (Cassazione civile, sez. I 17 febbraio 1995, n. 1730; Cass. 30/06/2014, n. 14765);
che rientra tra i doveri del custode quello di attuare l’ordine di liberazione anche dopo l’adozione del decreto di trasferimento, a spese della procedura e nell’interesse dell’aggiudicatario, a meno che questo non lo esenti, ai sensi dell’art. 560, commi terzo e quarto, c.p.c.;
che ai sensi dell’art. 388, comma quinto, c.p., “Il custode di una cosa sottoposta a pignoramento ovvero a sequestro giudiziario o conservativo che indebitamente rifiuta, omette o ritarda un atto dell'ufficio è punito con la reclusione fino ad un anno o con la multa fino a cinquecentosedici euro”;
chiede formalmente la consegna del bene in suo favore, libero da persone e cose.