Buongiorno,
mi sono aggiudicato a fine gennaio 2022 un immobile di una vecchia procedura (2014), saldato i primi di marzo ( entro i 40 giorni previsti) e decreto di trasferimento firmato molto velocemente dal giudice in meno di una settimana dal verbale di saldo prezzo.
essendo una vecchia procedura a suo tempo l'immobile era stato già liberato dall'esecutato, salvo poi con la nuova riforma tornato ad essere occupato dallo stesso.
L'avviso di vendita riporta che l'immobile è in corso di liberazione e che la liberazione è a cura del custode giudiziario.
Appena finita la gara e chiuso il verbale il delegato mi comunica che sarebbe più agevole per tutti trovare un accordo bonario con l'esecutato. Sentito l'esecutato, che chiede cifre da estorsione, comunico al delegato che non c'è speranza di un accordo e di procedere. Lui mi ha risposto che si sarebbe avvalso del suo solito studio legale. (lui è commercialista)
Post aggiudicazione il delegato (che è anche custode) mi comunica che ha rinnovato le formaltà per la liberazione e comunicate al debitore. Io ho comunque chiesto più volte se dovessi fare qualche istanza o qualche formalità ai fini della liberazione sempre con risposta negativa da parte del delegato.
Il decreto di trasferimento contiene solo l'ingiunzione di liberazione a mio favore. Forse perchè essendo una vecchia procedura è già stato emesso tempo fa? o semplicemente il delegato non me l'ha inviato? o non è proprio stato emesso?
Ad oggi (piu di 30 gg dal decreto di trasferimento firmato dal giudice) il curatore mi comunica che è stata fissata la data del 9 giugno per la liberazione, ma mi ha comunicato anche che l'esecutato potrebbe utilizzare vari stratagemmi per rimandarla.
il curatore fin da subito ha molto insistito perchè io trovassi un accordo con l'esecutato, anche dopo avergli comunicato che non c'è modo, e mi "minaccia" dicendo che se l'esecutato trova una qualsiasi scusa farebbe slittare la liberazione, e con l'estate di mezzo la cosa andrebbe per le lunghe. Io ho risposto che se con me l'esecutato non vuole trovare un accordo pacifico, chiamarlo per dire "questa adesso è casa mia e tu non puoi stare qui" serve a poco. e sempre il curatore mi invita anche a procedere con un mio legale perchè, a suo dire, i suoi doveri vanno esaurendosi adesso che a breve verrà fatto il piano di riparto e la procedura si chiuderà.
Dopo questa lunga premessa chiedo:
E' lecito il comportamento del delegato?
Le tempistiche di liberazione non dovrebbero essere da 60 a 120 giorni?
Chi stabilisce se far intervenire le forze dell'ordine per la liberazione forzata?
La procedura non dovrebbe estinguersi solo a consegna delle chiavi e firma del verbale di consegna?
Vi ringrazio molto