Buongiorno,
sono interessato all'acquisto di un appartamento che andrà all'asta tra poche settimane.
Nella sua perizia, il CTU commette un errore di sovrastima della consistenza dell'immobile (superficie) e di conseguenza del valore complessivo, quest'ultimo determinato come: Superficie * Valore di Mercato.
In particolare, nella descrizione del lotto egli afferma che l'appartamento ha una superficie commerciale di 200 mq; con questa determina il valore complessivo del lotto: 200mq * 1500 euro/mq = 300'000 euro
Tuttavia, nella stessa perizia il CTU cita i dati catastali, ovvero 150 mq superficie catastale; 140 mq catastali escluse aree scoperte.
Lo stesso errore viene riportato anche nell'avviso di vendita del delegato, il quale nella descrizione riporta 200 mq e nei riferimenti catastali 150 mq. A questo punto, ho contattato il delegato il quale mi ha confermato la presenza dell'errore e informato che la consistenza reale dell'immobile è quella catastale: 150 mq. Pertanto, il valore complessivo dell'immobile sarebbe dovuto essere 150mq*1500euro/mq = 225'000 euro.
Le prime tre aste sono andate deserte e l'asta cui vorrei partecipare parte da un prezzo base di 192'000 euro (inferiore ai citati 225'000 euro del valore reale che si sarebbe dovuto assumere)
A breve farò un sopralluogo per accertare lo stato dei luoghi, tuttavia, a prescindere dalla reale superficie, mi sorge un quesito molto importante ai fini della mia partcipazione all'asta.
In caso di aggiudicazione e successivo pagamento del prezzo, nonché di trasferimento della proprietà, l'esecutato, o chiunque altro, può impugnare l'atto di vendita/trasferimento in quanto il valore del bene è stato sovrastimato? Questo errore può costituire un vizio ed annullare l'atto?