Buonasera,
Un cliente ha acquistato all'asta pubblica un bene immobile sottoposto a convenzione peep in diritto di superficie (convenzione del 2002). La convenzione prevede, tra l'altro, l'obbligo del pagamento di una somma per svincolare il bene dal prezzo massimo di vendita prima del decorso dei 30 anni della convenzione.
Al momento della redazione della perizia di stima da parte del CTU vi è stata non poca confusione, tanto che sono state redatte ben due perizie.
La prima, ritenendo di dover rispettare (in sede esecutiva..!) la previsione del prezzo massimo di vendita aveva stabilito un prezzo a base d'asta inferiore a quello previsto dalla convenzione (assai inferiore al prezzo di mercato). Ma non solo. prevedeva che potessero partecipare solo soggetti con caratteristiche per partecipare a bando peep e con la condizione che l'immobile fosse acquisito quale prima casa. All'insorgere dei creditori procedenti ed intervenuti si è provveduto a richiedere un parere notarile e a redigere una nuova perizia di stima a prezzi di mercato e aperta a tutti.
Offerta la prelazione, il Comune non ha voluto usufruirne.
Il cliente si è aggiudicato l'immobile a un buon prezzo, tuttavia di molto superiore a quello stabilito quale massimo dalla convenzione PEEP
Adesso, a distanza di più di un anno dal decreto di trasferimento il cliente avrebbe trovato un acquirente per il bene immobile ma il Comune minaccia l'applicazione di sanzioni (pari al doppio della differenza fra il prezzo di compravendita ed il prezzo massimo di cessione previsto in convenzione), brandendo l'interesse pubblico ad evitare speculazioni nonostante il cliente abbia acquistato ad una procedura di gara pubblica ad un prezzo di molto superiore al prezzo che oggi il Comune vorrebbe vedere applicato per la compravendita (con sostanziale perdita di oltre 50 mila euro per il mio assistito).
Ho tentato di far ragionare l'Amministrazione ma in assenza di un precedente giurisprudenziale non ho ottenuto considerazione.
Da parte loro, mi viene citata la Sent. a Sez. Unite del 2015 la quale però parla di immobile compravenduto fra privati, senza intervento del Tribunale.
Esiste un precedente che posso utilizzare nella mia diatriba con il Comune resistente (oltre alla più palmare logica che però non attecchisce sull'Ufficio legale dell'Amministrazione)?
Aggiungo che la nota di trascrizione dell'acquisto svolto con decreto di trasferimento, nulla riporta di vincoli convenzionali e che il mio cliente non ha i requisiti per usufruire di immobili di edilizia popolare, né l'ha acquistata come prima casa.
Grazie mille.
Eleonora Tanzini