condono immobile acquistato all'asta

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  • Ultimo messaggio 05 novembre 2020
mauro p. pubblicato 03 novembre 2020

Salve, mi riallaccio alla discussione sulla sanatoria (condono) di eventuali abusi di immobile acquistato in sede di asta giudiziaria.

In particolare vorrei comprendere, ai sensi dell'art.46, comma 5, D.P.R. 380/2001:

a) chi deve provvedere alla notifica del decreto di trasferimento, cioè il delegato alla vendita o la cancelleria? E in quali forme è legittimo effettuarla (cioè è sufficiente una trasmissione via pec con una formula non sacramentale o si deve ricorrere a notificazione giudiziaria tramite ufficiale)?

b) ai fini della decorrenza del termine di 120 giorni per eventuali istanze di condono, che cosa succede se la notificazione non è formalmente mai avvenuta e l'aggiudicatario ha effettiva conoscenza di un abuso da sanare soltanto con un accesso agli atti successivo al trasferimentogiacchè la perizia del Tribunale dichiarava la regolarità dell'immobile?

inexecutivis pubblicato 05 novembre 2020

Come dicevamo nella precedente risposta, il problema dell’art. 46 d.P.R. 380 2001 è rappresentato proprio dal fatto che il codice di procedure civile non dispone che il decreto di trasferimento vada notificato all’acquirente (né conseguentemente viene individuato un soggetto gravato dal relativo onere), sicché occorre chiedersi se, in difetto di rituale notificazione, il termine prescritto dalla norma può ricorrere in qualche modo.

Ricordavamo anche che nella giurisprudenza di legittimità non si registra un indirizzo univoco in merito alla possibilità che la notificazione ammetta equipollenti.

Cass. Sez. 1 - , Ordinanza 25/10/2018 n. 27121 ha per esempio affermato, in tema di ricorso avverso gli atti del Tribunale fallimentare che “Il termine di sessanta giorni per la proposizione del ricorso straordinario per cassazione, avverso i provvedimenti definitivi di contenuto decisorio adottati dal tribunale fallimentare, tra cui il decreto che pronuncia sul compenso dovuto al curatore, non decorre dalla data del deposito in cancelleria del decreto, bensì dalla data della comunicazione o notificazione d'ufficio dello stesso agli interessati, eseguita esclusivamente dall'organo competente, ossia dal cancelliere”.

Anche cass. Sez. II, 19/09/2017, n. 21625 ha affermato che “Ai fini della decorrenza del termine breve per proporre impugnazione, la notificazione della sentenza, cui si riferisce l'art. 326 c.p.c., non può essere sostituita da forme di conoscenza equipollenti, quali la conoscenza di fatto del provvedimento impugnato”.

Al contrario, in tema di locazioni, Cass. Sez. III 26/10/2017, n. 25415 ha ritenuto che “La comunicazione al conduttore dell'intenzione del locatore di alienare l'immobile locato prescritta dall'art. 38 della l. n. 392 del 1978, cd."denuntiatio", deve essere compiuta con il procedimento tipico della notificazione a mezzo ufficiale giudiziario ovvero attraverso modalità di comunicazione equipollenti, tali cioè da porre il conduttore in condizione di esercitare la prelazione e da far decorrere il relativo termine legale”.

Ricordavamo che questi precedenti mostrano come in materia processuale la giurisprudenza non ammette equipollenti alla notificazione di provvedimenti giurisdizionali o di atti processuali, mentre invece sembra ammettere detta equipollenza con riferimento alla notifica di atti sostanziali non aventi valore processuale.

Questo secondo assunto ci convince, per cui siamo dell’avviso per cui il termine dei centoventi giorni prescritti al fine di instaurare il procedimento di sanatoria di eventuali irregolarità edilizie decorre, in difetto di notificazione, dalla data di piena conoscenza del decreto di trasferimento, piena conoscenza che tuttavia il comune avrà l’onere di dimostrare ove ritenga tardiva la l’istanza. Certamente, sotto questo profilo, la data della trascrizione del decreto di trasferimento potrebbe essere rilevante.

È evidente, che trattandosi dell’atto di trasferimento della proprietà, è ben difficile che l’aggiudicatario possa affermare di averne avuto conoscenza molto tempo dopo, anche perché un onere di minima diligenza gli impone di assumere informazioni al riguardo che sono facilmente reperibili in cancelleria o presso il delegato. A questo proposito, il fatto che abbia eseguito un accesso agli atti può essere proprio la prova di una conoscenza effettiva del decreto.

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