Cambio residenza

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  • Ultimo messaggio 05 novembre 2020
marymatra pubblicato 04 novembre 2020

Se a seguito di contratto presso pubblica amministrazione, si lavora stabilmente presso una regione o un comune differente da quello di residenza, è fatto obbligo il cambio di residenza?

inexecutivis pubblicato 05 novembre 2020

Ricordiamo che a norma dell’art .43 c.c. “La residenza è nel luogo in cui la persona ha la dimora abituale”, per cui se non v’è dimora abituale all’interno di un determinato luogo non può esservi residenza.

Ed infatti, a norma dell’art. 13, comma 2, D.P.R. 30 maggio 1989, n. 223, la dichiarazione di variazione di residenza deve essere fatta nel termine di 20 giorni dal verificarsi del fatto che l’ha determinata, il che significa che prima deve avvenire il cambio di dimora e solo dopo, nel termine di 20 giorni, si può formalmente trasferire la residenza.

Si aggiunga che a mente dell’art. 18-bis del medesimo d.P.R. l'ufficiale d'anagrafe, entro quarantacinque giorni dalla ricezione delle dichiarazioni di variazione di residenza accerta la effettiva sussistenza dei requisiti previsti dalla legislazione vigente per la registrazione della variazione per il tramite (così prevede il successivo art. 19) della i polizia municipale o di altro personale comunale che sia stato formalmente autorizzato.

In definitiva, allora, se al lavoro presso un comune diverso si accompagna il fatto che il soggetto va ad abitare stabilmente in quel comune (per intenderci, non fa il pendolare), occorre un cambio di residenza.

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