Lo scorso febbraio partecipo a un'asta giudiziaria penale in Tribunale per l'acquisto di un immobile oggetto di pignoramento e ipoteca. Me lo aggiudico. Chiedo un prestito alla banca per il saldo in attesa di poter chiedere un mutuo. Passano i mesi. A settembre arriva il Decreto di trasferimento. Sul quale però, mi fa notare il notaio da me incaricato di seguire la pratica, manca l'ordine di cancellazione di una confisca penale gravante sullo stesso immobile. Lo segnalo in Cancelleria. Emettono un'integrazione del suddetto Decreto con l'ordine di cancellazione della trascrizione della confisca. Fra l'altro, la confisca è del 2011, ma la sua trascrizione è del giugno 2018, di due settimane successiva alla data del Decreto di trasferimento. La Conservatoria riceve l'ordine del giudice, ma rifiuta la cancellazione opponendo la tesi che, non solo la trascrizione della confisca è stata post-Decreto di trasferimento, ma anche che la vendita all'asta è stata eseguita contro la "proprietaria pignorata" e non invece "come doveva essere contro il Demanio, attuale proprietario del bene". Sono furente. Mi ritrovo con la Banca che mi fa fretta per le tempistiche del prestito e con una pratica burocraticamente ferma malgrado io in buona fede abbia comprato l'immobile saldandolo. Ha ragione la Conservatoria? Se sì, mi sembra tutto pazzesco, ma a quali scenari vado incontro e come devo muovermi? Oppure, dopo gli sbagli degli altri, anche la Conservatoria sta sbagliando?
Grazie per una cortese risposta