Acquisto di un magazzino all’asta

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  • Ultimo messaggio 05 gennaio 2020
xone pubblicato 25 dicembre 2019

Buona sera, mi trovo in procinto di acquistare un magazzino tramite un asta in cui il soggetto fallito è una società, il curatore mi ha informato che la vendita è soggetta ad iva del 22% anche se io sono un privato cittadino. Per questo chiedo se quello che mi è stato riferito può essere vero dato che neanche un avvocato che ho interpellato ne è a conoscenza.

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inexecutivis pubblicato 27 dicembre 2019

La risposta alla domanda formulata si ricava dalla lettura dell’art. 10, comma 8-ter D.P.R. 633/1972, a mente del quale le cessioni di fabbricati o di porzioni di fabbricato strumentali che per le loro caratteristiche non sono suscettibili di diversa utilizzazione senza radicali trasformazioni, (escluse quelle cessioni effettuate dalle imprese costruttrici degli stessi o dalle imprese che vi hanno eseguito, anche tramite imprese appaltatrici, gli interventi di cui all'articolo 3, comma 1, lettere c), d) ed f), del Testo Unico dell'edilizia di cui al decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, entro cinque anni dalla data di ultimazione della costruzione o dell'intervento, e quelle per le quali nel relativo atto il cedente abbia espressamente manifestato l'opzione per l'imposizione) sono esenti da iva.

E' dunque ben possibile che la vendita sia soggetta ad iva.

xone pubblicato 27 dicembre 2019

Il magazzino è stato costruito nel 2002, la società costruttrice lo ha venduto ad un altra società nel 2008 a 50000. +iva e adesso nel 2020 è in vendita all asta, mi chiedo quindi non sono già trascorsi i 5 anni? A chi la devo versare l iva? Ammonta al 22%? Cordiali Saluti

inexecutivis pubblicato 03 gennaio 2020

Le precisazioni contenute nella domanda ci consentono di affermare che l'operazione è esente iva, a meno che il cedente (in questo caso la curatela) non intenda esercitare la relativa opzione.

Ricordiamo, infatti, che a mente dell'art. 74 bis dpr 26 ottovre 1972, n. 633 (tu IVA), gli adempimenti in materia di imposta sul valore aggiunto costituiscono un obbligo del curatore fallimentare, il qualle, tra l'altro, deve emettere la fattura in luogo della società fallita e provvedere al relativo versamento.

Più volte, inoltre, la giurisprudenza ha affermato che l’art. 2 del d.P.R. 26 ottobre 1972, n. 633, definisce al primo comma come cessioni di beni soggette ad IVA gli “atti a titolo oneroso che importano il trasferimento di proprietà”, adottati nell’esercizio di impresa, senza distinzione tra la natura volontaria o coattiva del trasferimento”. Cass. civ., sez. V, 7 luglio 2006, n. 15570).

xone pubblicato 03 gennaio 2020

Quindi è regolare che mi si chieda di versare l’iva al 22% In quanti io sono un soggetto privato e non una società? Mi chiedo inoltre come mai questo non è menzionato in perizia?

inexecutivis pubblicato 05 gennaio 2020

Si, è regolare. Il fatto che questo dato non risulti dalla perizia è la conseguenza della circostanza per cui, come detto, si tratta di una scelta del curatore che questi può compiere anche successivamente alla stima del cespite. Infatti, a mente dell'art. 10 citato, l'opzione per l'IVA può essere teoricamente esercitata fino all'atto della cessione.

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