Premesso che in marzo 2018 partecipavo a pubblico incanto risultando aggiudicatario di un immobile, che dopo il saldo prezzo veniva emesso dal giudice dell'esecuzione il decreto di trasferimento a mio favore in luglio 2018.
Solo a Novembre 2019 riuscivo, dopo varie trafile, ad essere immesso nel possesso dell'immobile occupato sine titulo dall'esecutato.
Finalmente nel possesso del bene, occupato per giunta da beni mobili non rimossi dagli occupanti, riuscivo ad addivenire ad un accordo con un terzo acquirente che si dimostrava interessato all'acquisto del bene (finalmente) precisamente in data 16 Gennaio 2020. In questa sede, il tecnico dell'acquirente operando giustamente nell'interesse del suo assistito operava un'ispezione ipotecaria sul bene immobile. Purtroppo faceva osservare la trascrizione di una domanda Giudiziale, descritta come " azione di rivendicazione" del 3 Dicembre 2019. La questione ha posto in allerta l'acquirente e ha contribuito a creare un atmosfera di insicurezza rispetto al trasferimento di un bene sulla quale pende una domanda giudiziale.
Mi chiedevo se questa domanda fosse in ogni caso opponiibile a terzi, nel caso di specie a me che acquistavo in esecuzione forzata.
Soprassedendo sull'atteggiamento dell'esecutato che ha proposto anche un' opposizione agli atti esecutivi ex 617 cpc che si discuterà nell'aprile 2020 e che non ha ancora realmente liberato l'immobile dai suoi beni mobili al netto delle mie sollecitazioni.
La mia domanda è legata 1) alla legittimazione attiva dell'esecutato a proporre azione di rivendicazione;
2) sulla eventuale ricaduta (per quanto difficile) di un giudizio favorevole rispetto alla domanda trascritta.
3) questa domanda pendente può spaventare qualsiasi acquirente, sono questi tutelati rispetto a qualsiasi evoluzione processuale ?
Grazie in anticipo