Buongiorno a tutti.
Sto seguendo un asta, al quale vorrei partecipare, che riguarda un immobile costruito in convenzione edilizia PEEP del 1983, convenzione stipulata tra soggetto proprietario e comune per costruzione di abitazione in piena proprietà ( no diritto superficie).
Nella convenzione, si stabilisce che , dal momento del rilascio del certificato di abitabilità, vi era in essere un divieto di alienazione per i primi 10 anni, e una vendita a prezzo massimo di cessione nei successivi 20 anni.
Ed è qui che sorge il problema: il certificato di abitabilità non è mai stato rilasciato.
Tali limiti e la mancanza del certificato di abitabilità, sono espressamente richiamati dal CTU nominato per l’asta, il quale però formula la seguente considerazione :
“ La convenzione per il P.E.E.P. e l’atto di acquisto del terreno sul quale sorge l’immobile oggetto di perizia, prevedono che tali beni non possano essere alienati per i primi dieci anni successivi al rilascio dell’abitabilità e stabiliscono modalità e prezzo per la compravendita nei 20 anni successivi, stabilendo in pratica, che i beni possano essere liberamente trattati sul mercato solo dopo 30 anni dal rilascio del certificato di abitabilità.
La concessione edilizia in forza della quale è stato edificato l’immobile oggetto di perizia è del 1983, ma non è mai stata seguita dal rilascio del certificato di abitabilità. E’ attendibile che il vincolo trentennale, originariamente previsto, non possa esser ritenuto avere durata indeterminata nelle more di definizione delle sue condizioni di inizio, ma si ritiene doveroso informare il soggetto acquirente di tali aspetti, perché possa compiere gli eventuali approfondimenti che riterra opportuni. “
Detto ciò, io ho chiamato il comune, che al telefono ed in via informale, mi ha detto che la convenzione è ancora valida, e che quindi, anche se avvenisse ora un acquisto in asta, la convenzione e i vari divieti partirebbero dal rilascio di abitabilità.
Mi chiedo come sia possibile che la pubblica amministrazione ritenga ancora valida una convenzione nata 40 anni, e se è possibile fare qualcosa o se siete a conoscenze di sentenze a riguardo.
Non era tenuto anche il comune, in forza della convezione stipulata, al controllo che suddetta convenzione venisse perfezionata in ogni sua parte? Ivi compreso il rilascio dell’abitabilità?
Se la convenzione fosse ancora attiva, mi sarebbe anche difficile affrancare i vincoli sul suddetto immobile ( già in diritto di proprietà, intendo i vincoli sulla rivendita), nonostante al 20 maggio di quest’anno ( 2022) sia anche stato eliminato il prezzo massimo di affrancazione stabilito nella legge del 2021, tornando di fatto all’applicazione del calcolo precedentemente previsto al 2021, decisamente più penalizzante.
Ed inoltre non capisco se bisogna fare riferimento alla legge Bucalossi o alla legge Ferrarini Botta del 92, ove, se non erro, vi era stata abrogazione dei vincoli di rivendibilità.
Sono interessato all’immobile , non a fini speculativi, sarebbe per me prima casa, ma non vorrei avere forti limitazioni e problemi in futuro nel caso decidessi di rivendere.
Spero di esser stato abbastanza chiaro, e ringrazio per l’attenzione e le risposte.
Chiedo scusa se ho inserito l'intevento nella categoria errata.
Cordiali saluti