Giudice rifiuta offerta troppo bassa

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  • Ultimo messaggio 11 febbraio 2022
marcot pubblicato 02 febbraio 2022

Buongiorno,

ho letto da varie parti, e anche in questo forum, che in un'asta senza incanto il giudice può rifiutarsi di assegnare l'immobile, anche di fronte ad una offerta valida, se ritiene che organizzando una nuova asta sia possibile ottenere una offerta migliore. Esempio: prezzo base 100, unica offerta pervenuta 75, il giudice rifiuta 75. Quello che mi chiedo, magari peccando di ignoranza, è: se nell'asta successiva il giudice deve abbassare del 25% la base d'asta (e quindi da 100 abbassare a 75 con offerta minima a 50) perché rifiuta l'offerta di 75 della prima asta che andrà a rappresentare il prezzo di base per la seconda asta?

Spero di essere stato chiaro e ringrazio per l'attenzione.

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inexecutivis pubblicato 06 febbraio 2022

La risposta alla sua domanda deve necessariamente partire dalla lettura dell’art. 572, commi secondo e terzo c.p.c., dai quali si ricava che se è presentata una sola offerta, per un importo pari al prezzo base ridotto di un quarto, il Giudice (o il professionista delegato in caso di delega) aggiudica il bene, a meno che:

1.    ritenga che vi sia seria possibilità di conseguire un prezzo superiore con una nuova vendita;

2.    siano state formulate da uno dei creditori istanze di assegnazione.

E' evidente che se rifiuterà l'offerta e procederà ad un nuovo tentativo di vendita, non ci sarà nessuna decurtazione ulteriore del prezzo.

marcot pubblicato 06 febbraio 2022

Salve,

vi ringrazio per la risposta. Non mi è ancora chiaro quali siano i criteri secondo cui il giudice o il delegato alla vendita possono decidere se l'offerta è congrua o meno. Vorrei provare a portare un paio di esempi concreti:

A) primo tentativo di asta, l'asta è deserta. Il giudice può decidere di indire una nuova asta senza ribassare l'offerta? Oppure deve per forza abbassare il prezzo base, magari anche di una proporzione inferiore al 25%, proprio a causa della mancanza di offerte?

B) primo tentativo di asta, l'unica offerta è di poco superiore alla soglia dell'offerta minima. Secondo quale criterio l'incaricato decide che indicendo una nuova asta potrà ottenere un prezzo migliore? E' sempre possibile che gli interessati stiano aspettando che il prezzo base venga ribassato e che quindi anche ripetendo l'asta non si ottenga un prezzo migliore in confronto all'offerta ricevuta nel primo tentativo.

.Altro punto, è possibile sapere in anticipo se i creditori ha formulato istanze di assegnazione?

Ringrazio in anticipo per il vostro impegno e pazienza.

robertomartignone pubblicato 06 febbraio 2022

 La decurtazione del 25% non è fissa , si diminuisce il prezzo per rendere il bene vendibile , nel caso in cui ci sia un ' offerta superiore o uguale al prezzo base il bene viene aggiudicato . 

Entro 20 giorni dalla data dell ' asta un creditore può richiedere l ' assegnazione del bene , in tal caso  non ci sarà asta e verrà reso pubblico sul sito e/o cancellata l ' asta stessa .

marcot pubblicato 06 febbraio 2022

Grazie della risposta,

da profano mi chiedo quale sia il criterio che spinge un giudice a rifiutare una offerta valida, anche se bassa, nella speranza che in una asta successiva venga presentata una offerta migliore. Non mi sembra ci siano elementi oggettivi sui quali decidere, se non l'opinione personale del giudice che proprio in quanto personale non può essere oggettiva. Quindi non capisco in che modo chi di dovere possa rifiutare una offerta (si intende sempre una situazione con una sola offerta valida).

robertomartignone pubblicato 06 febbraio 2022

Vero , ha capito benissimo qual è il problema , l ' elemento soggettivo è sempre prepoderante . Io mi rifaccio sempre a un vecchio adagio : la giustizia è una cosa il diritto un ' altra ..

inexecutivis pubblicato 08 febbraio 2022

L'art. 572 prevede che per rifiutare l'offerta deve esservi una "seria" possibilità di conseguire un prezzo maggiore con un nuovo tentativo di vendita.

Facciamo un esempio: se al momento della vendita si scopre l'esistenza di due offerte, una delle quali va però esclusa a causa di vizi formali, è seriamente possibile ritenere che ove quell'offerta fosse stata ritenuta valida (perchè magari indicava un prezzo superiore all'unica offerta rimasta valida)  si sarebbe ottenuto un prezzo di vendita maggiore. In questo caso si potrebbe quindi parlare di "seria" possibilità di conseguire un prezzo maggiore con un nuovo tentativo di vendita.

marcot pubblicato 08 febbraio 2022

Bene, così è più chiaro. Nel senso che, si potrebbe dedurre, il giudice ha bisogno di elementi concreti e tangibili per rifiutare una offerta valida. Il fatto che a suo giudizio, magari cercando di vaticinare l'andamento del mercato immobiliare nei successivi sei mesi, l'offerta attuale sia insufficiente non sembra essere un elemento concerto (per il semplice fatto che non può sapere cosa succederà da lì a sei mesi).

Se siamo d'accordo su questo avete risposto al mio quesito e vi ringrazio.

inexecutivis pubblicato 11 febbraio 2022

Siamo perfettamente d'accordo

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