Buongiorno, innanzitutto vorrei complimentarmi per le esaurienti risposte che vengono sempre date alle varie problematiche trattate. Ad Aprile scorso mi sono aggiudicato ad un’ asta fallimentare un immobile proveniente da un fallimento di impresa ancora intestataria di n6 appartamenti. Dopo varie problematiche avute lungo il percorso di vendita ora sono in possesso del decreto di trasferimento. Detto ciò, qualche giorno fa mi sono rivolto al mio commercialista per avere alcune informazioni, e lui mi dice che avrei potuto aggiudicarmi l’immobile al 25% in meno rispetto al prezzo a cui me lo sono aggiudicato. Va detto che era la prima battuta ed io mi aggiudicai l’immobile al prezzo di partenza 150000, ossia quello di perizia, essendo anche l’unico partecipante. Prima di partecipare all’asta mi rivolsi al delegato alla vendita il quale non mi disse che vi era possibilità di poter offrire un 25% in meno rispetto alla base asta ma che l’unica offerta valida da mettere in busta chiusa doveva partire da non meno della base asta. Per di più, rileggendo l’avviso di vendita viene scritto nero su bianco quanto segue: “Per ciascun lotto è accolta l’unica l’offerta pari o superiore al valore dell’immobile stabilito nell’ordinanza di vendita e sopra indicato. Ora le mie domande sono queste: -Si poteva offrire un 25% in meno nonostante ciò che vi era scritto nell’avviso di vendita? -Dal 2015 l’art 571 c.p.c. prevede per le offerte in asta la possibilità di un 25% in meno, perché in questo caso non è stato attuato? O invece è una procedura che può essere addottata anche quella usata nel avviso di vendita in questione? -Potrebbe essere un “errore” quello scritto all’interno dell’avviso? Se si come posso rivalermi dal momento che se ne fossi stato a conoscenza ovviamente avrei offerto il 25% in meno?
Grazie in anticipo Andrea