Sanatoria irregolarità edilizie immobile all'asta.

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  • Ultimo messaggio 21 giugno 2020
g.vito pubblicato 20 gennaio 2019

Salve, sono intenzionato a partecipare all'asta di un attico che, come da perizia del CTU, presenta delle discordanze tra lo stato dei fatti, le tavole progettuali e gli elaborati catastali.

In particolare il CTU evidenzia delle difformità delle altezze interne e delle minime differenze delle quote interne.

Lo stesso CTU dichiara in perizia che dette difformità sono sanabili in base al combinato disposto dagli artt. 46, comma 5, del DPR. 380/2001 e 40, comma 6, della Legge 47/1985, entro 120 giorni dalla data di notifica del decreto di trasferimento.

Di diverso avviso è l'ufficio tecnico del Comune che, interpellato in merito, mi ha riferito che dette difformità sono insanabili e che quindi un'eventuale domanda di sanatoria sarebbe rigettata.

Per quanto sopra, considerata l'importanza della questione, chiedo un vostro cortese parere in merito.

Cordiali saluti.

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inexecutivis pubblicato 25 gennaio 2019

Difficile risponde all'interrogativo posto senza conoscere gli atti del fascicolo ed analizzare specificatamente quale tipo di abuso sia stato rilevato dal perito.

Possiamo solo indicare i criteri sulla scorta dei quali è possibile orientarsi.

La verifica della sanabilità degli interventi edilizi abusivi costituisce precipuo compito dell'esperto stimatore, ai sensi dell’art. 173 bis, comma primo, n. 7), disp. att. c.p.c..

In forza di questa norma egli è tenuto a verificare innanzitutto la possibilità di sanatoria c.d. ordinaria ai sensi dell’art. 36, d.P.R. 6 giugno 2001, n. 380 (che riproduce la previsione dell’abrogato art. 13, l. 28 febbraio 1985, n. 47), a mente del quale “… il responsabile dell’abuso, o l’attuale proprietario dell’immobile, possono ottenere il permesso in sanatoria se l’intervento risulti conforme alla disciplina urbanistica ed edilizia vigente sia al momento della realizzazione dello stesso, sia al momento della presentazione della domanda”.

Quindi, una prima ipotesi di sanatoria deriva dalla sussistenza del requisito della così detta "doppia conformità". L’aggiudicatario, qualora ricorra questa condizione, potrà presentare domanda di sanatoria entro centoventi giorni dalla notifica del decreto di trasferimento ai sensi dell'art. 46, comma quinto d.P.R. 380/2001 (sebbene vada precisato che nessuna norma del codice di procedura civile preveda che il decreto di trasferimento sia notificato all'aggiudicatario).

In secondo luogo, ove non ricorra questa situazione, lo stimatore dovrà accertare l’eventuale presentazione di istanze di condono indicando, secondo quanto previsto dal citato art. 173 bis, comma primo, n. 7), disp. att. c.p.c.:

il soggetto istante e la normativa in forza della quale l’istanza di condono è stata presentata;

lo stato del procedimento;

i costi della sanatoria e le eventuali oblazioni già corrisposte o ancora da versare.

L’ausiliario deve verificare inoltre, ai fini della domanda in sanatoria che l’aggiudicatario potrà eventualmente presentare, se gli immobili pignorati si trovino o meno nelle condizioni previste dall’art. 40, comma sesto, l. 28.2.1985, n. 47 o dall’art. 46, comma quinto, d.P.R. 380/2001, cit. (già art. 17, commaquinto, l. 47/1985, cit.).

La prima delle due norme richiamate prevede, in particolare, che “nella ipotesi in cui l’immobile rientri nelle previsioni di sanabilità di cui al capo IV della presente legge e sia oggetto di trasferimento derivante da procedure esecutive, la domanda di sanatoria può essere presentata entro centoventi giorni dall’atto di trasferimento dell’immobile purché le ragioni di credito per cui si interviene o procede siano di data anteriore all’entrata in vigore della presente legge”.

A questo proposito va ricordato che ai sensi dell'art. 31, comma primo, l. 47/1985 potevano essere sanate le opere abusive che fossero state ultimate entro la data del 1° ottobre 1983 (il comma due della medesima disposizione specifica che "Ai fini delle disposizioni del comma precedente, si intendono ultimati gli edifici nei quali sia stato eseguito il rustico e completata la copertura, ovvero, quanto alle opere interne agli edifici già esistenti e a quelle non destinate alla residenza, quando esse siano state completate funzionalmente"). L'art. 35 della citata legge prevede poi che la domanda in sanatoria doveva essere presentata al comune entro il termine perentorio del 30 novembre 1985.

Qualora l'immobile abusivo sia oggetto di un trasferimento coattivo, la possibilità di richiedere la sanatoria in parola viene riconosciuta anche all'aggiudicatario dal citato art. 40 comma sesto, il quale può chiederla, come si è visto, entro centoventi giorni dall’atto di trasferimento dell’immobile purché le ragioni di credito per cui si interviene o procede siano di data anteriore all’entrata in vigore della legge.

Pertanto, al fine di comprendere se sia possibile o meno per l’aggiudicatario ricorrere alla sanatoria prevista dal capo IV della l. 28.2.1985, n. 47 (artt. 31 e ss), occorre accertare:

che le ragioni di credito per cui si interviene o procede siano di data anteriori all'entrata in vigore della predetta legge 47/1985 (cioè 17.3.1985, il che ad oggi è alquanto improbabile);

che l'abuso sia stato realizzato entro il primo ottobre 1983.

Un'altra ipotesi di condono è prevista dall'art. 39 l. 23.12.1994, n. 724, che estende la sanatoria di cui alla legge n. 47/1985 alle pere abusive (che rispettino i requisiti del citato art. 39) che:

risultino ultimate entro il 31.12.1993;

a condizione che le ragioni di credito siano anteriori al 01.1.1995 (data di entrata in vigore di detta legge, ai sensi dell'art. 47 della medesima).

Infine, va poi considerata l'ulteriore ipotesi prevista dall’art. 32, d.l. 30.9.2003 n. 269, convertito in l. 24.11.2003, n. 326, il cui comma 25 consente il condono (alle condizioni previste da questa disposizione) alle opere abusive che:

risultino ultimate entro il 31 marzo 2003;

sempre che le ragioni di credito per cui si procede o si interviene nella procedura siano sorte anteriormente al 2.10.2003 (data di entrata in vigore della norma) come si ricava dalla lettura del comma 28 del medesimo art. 32.

Infine, per gli immobili realizzati dopo il 31 marzo 2003 è possibile soltanto la sanatoria di cui al citato art. 36, d.P.R. 6 giugno 2001, n. 380 che richiede, come si è visto, il requisito della doppia conformità.

immobilesanat pubblicato 19 giugno 2020

Buongiorno,

quello che non riesco a capire è, dovrò pagare una multa per la domanda in sanatoria? quali costi comporta?

 

Ho acquistato un immobile all'asta che presenta una lieve difformità rispetto alla distribuzione degli spazi interni, è stato rimosso un muro e aggiunta una porta. Il decreto di trasferimento è di qualche settimana fa quindi sarei entro il termine dei 120 giorni ma che spese devo sostenere per sanarlo? è una pratica gratuita?

 

Inoltre l'immobile è stato costruito precedentemente il 1 settembre 1967 quindi potrò in futuro venderlo anche senza sanare corretto?

 

So che forse avete già risposto ma non mi è completamente chiaro. Grazie per l'aiuto

inexecutivis pubblicato 21 giugno 2020

Semplifichiamo la risposta. Nel suo caso l'immobile e sanabile ed è nei termini per farlo.

Quanto alle sanzioni, in materia di illeciti amministrativi vige il principio della personalità della responsabilità, per cui le sanzioni non possono essere richieste in favore di un soggetto diverso da quelli cui esse sono comminate per legge.

Discorso diverso va compiuto per l’oblazione di cui all’art. 35, L. 28 febbraio 1985, n. 47, la quale viene concepita dal legislatore quale condizione per accedere alla sanatoria, indipendentemente da chi sia stato l’autore dell’abuso (in questi termini sembra esprimersi Cass., 14 ottobre 1988, Brunino).

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