conteggi saldo prezzo e richiesta pagamento in contanti

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lalot pubblicato 22 dicembre 2017

 Buonasera,

vi seguo da un po’ avendo iniziato ad interessarmi al mondo della aste,  vi faccio i complimenti per il forum, la completezza degli argomenti trattati e la chiarezza e puntualità delle risposte che fornite.

Qualche giorno fa per la prima volta mi sono aggiudicato ad un’asta un BOX da una procedura fallimentare, ora ho ricevuto i conteggi per il saldo e mi è sorto qualche dubbio,

chiedo il Vs gentile aiuto per dipanarli.

Ecco i dati dell’operazione:

Asta da fallimento con immobile assoggettato ad IVA 10% (no Prezzo Valore come da voi correttamente riportato essendo un fallimento)

Tipologia immobile BOX

Prezzo di aggiudicazione € 11.250,00


L’avvocato delegato dal giudice presenta il seguente conteggio:

Prezzo di aggiudicazione già dedotta cauzione per partecipazione all’asta € 10.125,00  OK mi trovo

Imposta di registro € 200,00 OK mi trovo

Imposta Catastale 1% (tassa minima) € 200,00 OK mi trovo

e qui arrivano i dubbi, aggiunge:

Imposta ipotecaria al 3% € 338,00. Non dovrebbe essere per importo fisso € 200,00?

“quota a carico dell’acquirente come da nuove disposizioni del Tribunale” € 777,84. Non dovrebbe essere € 550,00 + IVA 22% + Cassa Previdenziale 4%, quindi € 693,00?

Voltura e trascrizione del trasferimento € 149,00, da corrispondere in contanti ed a mani dello studio legale incaricato (?)

Sulle disposizioni generali di vendita è riportato:

A carico dell’aggiudicatario sarà posta la quota del 50% relativa al compenso, oltre le spese generali nella misura del 10% per l’attività relativa trascrizione della proprietà e la quota del 100% delle anticipazioni sostenute per l’esecuzione delle formalità di registrazione, trascrizione e voltura catastale, così come previsto dal DM 227/2015.

Penso che il meccanismo di dettaglio con cui vengono calcolati i costi accessori alle procedure possa interessare anche altri utenti alle prime armi come me, ringraziandovi anticipatamente per il cortese riscontro

porgo cordiali saluti e vi auguro Buone Feste.

Paolo

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inexecutivis pubblicato 27 dicembre 2017

A nostro avviso l’imposta ipotecaria indicata nella misura del 3% non è corretta. Essa, a nostro avviso, va determinata nella misura di €. 200,00 a mente della nota all’art. 1 della tariffa del d.lgs 31.10.1990, n. 347.

L’importo di €. 149 ci sembra corretto, esso è relativo a: €. 35 per tassa ipotecaria ed €. 55 per tassa catastale (ai sensi dell’art. 19 d.lgs 347/1990 e dei punti 1.1 ed 1.2 della tabella relativa), oltre ad €. 59 per l’imposta di bollo (ai sensi dell’art. 3, punto 2 bis della tariffa di cui al d.P.R. 26.10.1972, n. 642). Ricordiamo, a proposito di queste tre imposte, che esse sono rimaste solo per i trasferimenti immobiliari soggetti ad IVA.

 

Quanto al compenso dovuto al professionista delegato andrebbe versato, sulla base dei nostri calcoli, l’importo di €. 697,84 poiché l’IVA va applicata sul compenso maggiorato della Cassa Previdenziale), ma avvertiamo che comunque il Giudice dell’esecuzione ha dei margini di discrezionalità nell’esercizio dei quali potrebbe aver aumentato l’importo dovuto al delegato, ai sensi dell’art. 2, comma terzo, del DM 15 ottobre 2015, n. 227, a mente del quale “Tenuto conto della complessità delle attività svolte, il giudice dell’esecuzione può aumentare o ridurre l’ammontare del compenso liquidato a norma del comma 1 in misura non superiore al 60 per cento.

lalot pubblicato 02 gennaio 2018

Buon anno e grazie mille per la risposta,

proverò a chiedere informazioni e vi terrò aggiornati.

Una curiosità: è normale che le somme relative alla voltura ed al trasferimento debbano essere corrisposte "in contanti ed a mani dello studio legale incaricato"?

Buona serata.

 

inexecutivis pubblicato 06 gennaio 2018

Si, è possibile, poichè verosimilmente dovranno essere versati direttamente.

Buon anno a lei.

lalot pubblicato 08 gennaio 2018

Gentilissimi,

Grazie per il chiarimento circa il regolamento in contanti,

vi allego la risposta ricevuta nel frattempo dall'avvocato delegato per i conteggi:

"Quanto all’imposta di registro, Le confermo che la tipologia strumentale richiede la tassa ipotecaria al 3% e quella catastale all’1%. La tassa fissa a 200,00 euro spetta solo nel caso in cui il box venga posto a pertinenza di un bene principale di carattere abitativo residenziale. Ma se abbiate o meno questi requisiti dovete dircelo Voi.

Quanto agli onorari di cui al decreto di trasferimento, indicati nella lettera, questi sono indicati nella tariffa ministeriale (art. 2) cui si è adeguato già da anni anche il  Tribunale di Monza. "

Approfitto della Vs competenza e cortesia per chiedervi un'ulteriore precisazione:

- ho giò chiesto il vincolo della pertinenzialità sul box al curatore nonchè Delegato alla vendita (senza riscontro, si è limitato a respingere la richiesta per prezzo valore) visto che il box dista 200 metri scarsi dalla mia abitazione principale, secondo voi detta richiesta è congrua? Leggendo in rete mi sembra di aver capito che per considerare pertinenziale un box aggiuntivo rispetto a quello già "collegato in rogito" all'appartamento occorre valutarne la distanza dall'abitazione principale. Pensate che i requisiti per la pertinenzialità ci siano ed eventualmente tale vincolo comporta formalità particolari a cura della procedura?

- in merito al 2 punto (onorari al decreto del trasferimento) se non ho capito male mi sembra che facciano riferimento allo stesso articolo da voi citato, senza specifica di aggravi particolari decisi dal Giudice per la specifica pratica, ma a questo punto non mi troverei con i conteggi da voi rappresentati su cui concorderei. Nell'allegato fornitomi sono riportate entrambe le cifre, quella calcolata da voi e quella maggiorata. Per assurdo potrebbero essere richieste delle somme senza che il Giudizie si sia espresso nello specifico?

 

Ringraziandovi anticipatamente per la cortese risposta

vi saluto cordialmente.

 

 

Allega file

inexecutivis pubblicato 12 gennaio 2018

La nozione di pertinenza si ricava dall’art. 817 c.c., ai sensi del quale costituiscono pertinenze le cose destinate in modo durevole al servizio o all’ornamento di un’altra.

Affinché una cosa possa dirsi pertinenza di un bene principale occorrono due requisiti:

A) uno soggettivo, dato dall’appartenenza al medesimo soggetto della cosa principale e di quella accessoria, e dalla volontà di imporre il vincolo da parte del proprietario;

B) ed uno oggettivo, rappresentato dalla contiguità, anche solo di servizio, e non occasionale, della destinazione, tale per cui il bene accessorio deve arrecare una “utilità” al bene principale.

Fatta questa premessa, osserviamo che nel caso da lei prospettato non si possa applicare la tassazione più favorevole derivante dal considerare il box pertinenza, poiché detto requisito deve preesistere alla vendita, trattandosi di presupposto di fatto per l’individuazione del regime fiscale, e dunque può essere costituito solo dal venditore (se fosse costituito dal compratore questo vorrebbe dire, per ciò solo, che è stato creato dopo il trasferimento della proprietà).

Poiché dunque non si tratta di pertinenza (cosa che in un primo momento ci sembrava di aver inteso) il calcolo operato dal delegato è corretto.

 

Quanto ai compensi, osserviamo che essi sono quelli liquidati dal Giudice in forza della norma che abbiamo richiamato (e che è la stessa cui si riferisce il delegato) e che compensi ulteriori non possono essere richiesti. 

lalot pubblicato 24 gennaio 2018

Grazie mille per le preziose informazioni.

 

Buona serata

inexecutivis pubblicato 26 gennaio 2018

grazie a lei

affarista pubblicato 01 novembre 2019

 

 

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