Buongiorno a tutti, propongo il seguente quesito chiedendo, cortesemente una spiegazione: all'esito della procedura esecutiva immobiliare un immobile è stato trasferito agli aggiudicatari; la perizia del CTU attestava che l'immobile (dopo l'edificazione con regolare licenza edilizia del 1970 successivamente) era stato oggetto di condono edilizio, per modifiche interne, con domanda di condono n. [....]; che l'abitabilità risulta rilasciata nel 1977 e che "esiste corrispondenza dello stato dei luoghi all'ultima autorizzazione".

Gli aggiudicatari, a seguito di accesso agli atti al Comune scoprono che la pratica di condono edilizio non è definita: pare che i precedenti proprietari non abbiano versato la cifra richiesta dal Comune a titolo di "danno ambientale", nonostante il sollecito dell'Ente nel 2009. Ad oggi paiono trascorsi 120 giorni dal decreto di trasferimento, che comunque formalmente non è stato mai notificato, anche se regolarmente trascritto alla Conservatoria del Registri Immobiliari.

Nell'ordinanza del Tribunale si legge che "ai sensi dell'art. 35, XII c. L. 47/85 nel caso in cui, pur non risultando rilasciata la concessione in sanatoria (condono), risulti presentata la relativa domanda a suo tempo da parte del proprietario o altro avente diritto, la domanda di condono deve ritenersi accolta tacitamente, ai sensi dell0art. 36 L. 47/85 qualora:

  • risultino decorsi 24 mesi dalla presentazione della domanda;
  • risultino versate le prime due rate dell'obbligazione
  • fermo l'obbligo per l'aggiudicatario, qualora a ciò non si sia già provveduto, di procedere all'accatastamento".

A questo punto, qual è lo strumento migliore (ovvero più rapido ed economico) per i nuovi proprietari per regolarizzare lo stato edilizio dell'immobile?

Ci sono rischi in assoluto di decadenza dalla richiesta di sanatoria?

Attendo e ringrazio per le risposte.